Ricerca patrimonio documentario

La ricerca nei fondi archivistici
All'interno del Patrimonio documentario, per i fondi dotati di inventario elettronico, è possibile reperire i documenti attraverso il sistema di ricerca a testo libero, digitando una parola o parte di essa. La ricerca può essere fatta su tutti i fondi, o su un singolo fondo selezionandolo dall'apposito menù a tendina. In questo caso viene aggiunto automaticamente un campo contenente l'elenco delle serie ch compongono il fondo selezionato; selezionando poi una serie, viene aggiunto un campo contenente le sottoserie e/o le unità e così via per tutti i livelli, sulla base della specifica struttura del fondo. È possibile affinare ulteriormente la ricerca impostando un arco cronologico, nella forma di anno iniziale e finale.
La ricerca, secondo le modalità descritte, può anche essere effettuata senza digitare alcuna parola, impostando soltanto l'arco temporale.

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Patrimonio Documentario

Scheda Serie

Nazione: IT   Archivio: ASCA


Fondo: REALE UDIENZA DEL REGNO SARDEGNA - [F441422]
  Serie: 03 - Classe III - Cause Criminali
Denominazione Serie: Classe III - Cause Criminali
Descrizione Serie:

Fu la Corte d'Appello di Cagliari a versare nel 1885 all'Archivio di Stato locale una serie di cause criminali degli anni 1800-1853. Esse sono il prodotto dell'attività esercitata dalla sala criminale o Regio Consiglio. La documentazione riflette i mutamenti istituzionali avvenuti in Sardegna negli anni 1847-1848 e nel periodo immediatamente precedente all'Unità d'Italia. Così, accanto ai fascicoli di provenienza dell'antica Reale Udienza, si trovano, a partire dal novembre 1847, quelli con le sentenze emanate da Senato di Sardegna e, dal novembre 1848, le cause del Magistrato di Appello. Dal 1855, infine, sono presenti i procedimenti conclusi dalla Corte d'Appello.
La documentazione costituita unicamente da fascicoli processuali, condizionati in 500 pacchi, era accompagnata da un elenco di versamento che fu utilizzato per la consultazione delle unità (n. 7764) in esso registrate. L'elenco era redatto in ordine cronologico in base all'anno di conclusione del procedimento e riportava un numero di corda progressivo che rimandava al fascicolo, con il nome dell'imputato, il reato e il numero delle unità di cui si componeva l'intera causa. Intanto, nel corso degli anni, il precario “condizionamento” dei fascicoli, non contrassegnati materialmente dal numero di corda dell'elenco, aveva portato ad un prelievo e ad una riarchiviazione non sempre corretti, per cui la documentazione era andata in totale disordine, tanto da impedirne la fruibilità da parte dell'utenza.
Si rese necessario quindi un riordinamento della serie che si pensava potesse realizzarsi in tempi brevi attraverso una veloce ricognizione delle carte; ben presto ci si accorse che ciò non era fattibile in quanto, mancando la segnatura sul pezzo, occorreva leggere l'intero processo per rintracciare quegli stessi elementi di identificazione (imputato, reato, anno di riarchiviazione) riportati nello stesso elenco. Procedendo nel lavoro, venivano ritrovati molti fascicoli processuali che non erano segnalati nel versamento, mentre numerosi altri risultavano dispersi. La lettura e l'esame della documentazione permettevano inoltre di rilevare tutta una serie di inesattezze e di errori commessi dal compilatore dell'elenco di versamento nei nomi e cognomi degli imputati, perché letti male o perché il soprannome veniva scambiato per il cognome, nella definizione e nel tipo di reato, per arrivare al completo equivoco tra vittima e imputato: è emblematico il caso dell'omicidio di Maria Carcangiu, incinta, indicato come un infanticidio commesso dalla stessa Carcangiu.
Completata la ricognizione di tutta la serie, considerate le integrazioni e le correzioni da apportare al vecchio strumento di consultazione, si prendeva atto della necessità di redigerne uno nuovo e di arricchirlo con gli altri elementi che nel frattempo erano emersi dall'esame dei fascicoli e che potevano offrire all'utente dati significativi per le ricerche non solo strettamente giuridiche ma aperte a studi di carattere sociologico, criminologico, demografico, etc.
Pertanto si impiantava una scheda-tipo che prevedeva l'inserimento di queste nuove voci: Il luogo di origine dell'imputato;
Il luogo del reato (città, villaggio, salto, incontrada);
Gli estremi cronologici:
a) Anno di avvio del procedimento giudiziario;
b) Anno di archiviazione del processo;
I numeri di collegamento:
a) Numeri di corda che il fascicolo aveva nell'elenco di versamento;
b) Numero di classificazione del fascicolo, segnato sulla coperta, che rinviava a tre repertori redatti presso la magistratura di provenienza, distinti per decenni (1800-1829); 1830-1839; 1840-1848) e ritrovati in un secondo tempo nella Miscellanea della Reale Udienza;
Annotazioni varie.
Il lavoro, dato il consistente numero di fascicoli da inventariare, si prospettava lungo e laborioso. La necessità di ricomporre il materiale in sequenza cronologica e di redigere un nuovo elenco che fosse insieme fruibile e ricco di informazioni, ha suggerito di ricorrere all'uso di tecnologie informatiche. La natura stessa della documentazione ben si prestava ad aggregazioni e correlazioni di dati, più facilmente realizzabili con un prodotto software specifico in grado di elaborare grandi quantità di dati in pochissimo tempo, aumentando notevolmente le possibilità di ricerca sia con interrogazioni dirette al video che con la produzione delle rispettive stampe.
Si è utilizzato Access, database relazionale che opera in ambiente Windows, molto diffuso e di facile utilizzo. Create le tabelle necessarie e i campi corrispondenti agli elementi della scheda-tipo (numero d'ordine progressivo, nome e luogo d'origine dell'imputato, reato e luogo, data di avvio e data finale del procedimento, numeri di collegamento e annotazioni varie), è seguita la fase di immissione dei dati.
Per quanto riguarda la descrizione del reato, ci si è attenuti alla denominazione originale riportata nel fascicolo; nello stesso modo, per l'origine e il luogo, si è mantenuto il toponimo originale indicando, tra parentesi, quello attuale e segnalando la provincia di appartenenza nel caso di località non sarde. (a.a., g.c., c.f.)