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La ricerca nei fondi archivistici
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Patrimonio Documentario

Scheda Fondo

Nazione: IT   Archivio: ASCA


Fondo: LODDO CANEPA - [F442300]
Denominazione Fondo: LODDO CANEPA
Estremi cronologici: 1887-1972
Consistenza: 2631 unità
Descrizione consistenza: 30 buste
Strumenti di corredo: Inventario
Descrizione Fondo:

1. Note biografiche.

Se è vero che la biblioteca privata rivela soprattutto gli interessi culturali di un soggetto e aiuta a delinearne gli aspetti del carattere, l'archivio mette a nudo la persona, svela con estrema precisione il ruolo sociale rivestito all'interno di una comunità e, nello stesso tempo, contribuisce a migliorare e approfondire le informazioni di contesto. Per Francesco Loddo Canepa, intellettuale sardo della prima metà del Novecento, che con i suoi numerosi lavori archivistici e storico istituzionali ha impresso una svolta decisiva nella storiografia sarda, questo principio è più che mai valido e certificato.[1]
Francesco Vincenzo Gerolamo Angelo Loddo - questo il nome completo dello studioso - nacque a Cagliari il 28 settembre 1887, figlio unico di Nicolò, negoziante, e di Nicolina Canepa, di origine ligure. Dopo la precoce scomparsa della madre, furono il padre e gli zii paterni ad occuparsi dell'educazione del piccolo Francesco.
Fin da giovanissimo mostrò interesse per gli studi umanistici: nel 1905 si diplomò brillantemente presso il Liceo classico cittadino “G. M. Dettori” e nel 1909 si laureò in Giurisprudenza, presso il locale Ateneo, discutendo una tesi storico-archivistica sul feudalesimo sardo[2]. Fu così che iniziò a conoscere e a frequentare l'Archivio di Stato di Cagliari, ad appassionarsi allo studio delle scritture antiche, ad analizzarle per ricostruire la storia delle magistrature del Regno di Sardegna e le dinamiche sociali ed economiche.
Ad appena due anni dalla laurea, il 17 luglio 1911, superato il concorso per entrare nell'Amministrazione degli Archivi di Stato che allora dipendeva dal Ministero degli Interni, fu destinato alla sede di Torino come allievo archivista di prima categoria [3]. Presso quell'Archivio, frequentò la Scuola di Paleografia e Archivistica, corso di studi obbligatorio per poter proseguire nella carriera archivistica, e si diplomò il 15 giugno 1914. L'anno successivo fu promosso archivista di terza classe ed ottenne il tanto desiderato trasferimento a Cagliari per riunirsi alla famiglia e stare vicino al padre.
Il periodo trascorso presso l'Archivio di Stato di Torino fu fondamentale per la sua formazione archivistica giacché gli aveva consentito di acquisire grande padronanza delle fonti conservate in quell'Istituto che, per ragioni storico-istituzionali costituivano, soprattutto per i secoli XVIII e XIX, l'archivio di completamento e di integrazione a quello cagliaritano[4] . Tale preparazione gli avrebbe garantito un bagaglio di conoscenze da poter sfruttare al meglio nei successivi lavori scientifici.
Tornato dunque nella sua città natale, non riuscì tuttavia ad assaporarne i vantaggi dal momento che la sua permanenza fu molto breve: soli sei mesi, dal 27 maggio ai primi di novembre del 1915. Scoppiata, infatti, la Grande Guerra fu chiamato alle armi e inviato nuovamente a Torino dove, in qualità di sottotenente, fu destinato al 6° Reggimento Artiglieria Fortezza. Partecipò a diverse Campagne di Guerra, ma ebbe anche modo di far valere le sue doti archivistiche: riordinò nel febbraio del 1918, quando rivestiva il ruolo di ufficiale segretario del Comando Genio della IV Armata, alle dirette dipendenze del maggiore generale Umberto Pastore, gli archivi dei reparti dipendenti dal Comando e il materiale storico tecnico dell'Arma del Genio e contribuì alla compilazione dei Diari storici militari.[5]
Rientrato definitivamente a Cagliari nel luglio del 1919, riprese servizio in Archivio, con grande soddisfazione di Silvio Lippi allora direttore dell'Archivio cagliaritano, dove si impegnò ad ultimare i lavori archivistici e di storia delle istituzioni intrapresi prima del conflitto e a dare avvio a nuovi studi e ricerche [6]. Del suo profondo e instancabile scavo documentario si trovano molte testimonianze nelle glosse che annotava sulle carte e sugli strumenti di consultazione e di corredo dei fondi documentali conservati. Ha inizio proprio in questo periodo la sua parabola professionale e scientifica che lo vedrà attivo come archivista e storico di notevole livello. Uno dei suoi meriti più rilevanti fu l'aver saputo creare un fitto intreccio di relazioni con l'ambiente culturale circostante che cresceva e si sviluppava al di fuori della burocratica struttura ministeriale, troppo spesso chiusa e poco avvezza alle aperture esterne. I legami con il mondo accademico e culturale cagliaritano furono in qualche modo anche favoriti dal matrimonio con Maria Luisa Scano (10 ottobre 1927), per lui affettuosamente Gigia, cugina dell'architetto Dionigi Scano, apprezzato storico ed intellettuale molto conosciuto in città[7] . Loddo Canepa non si accontentava di esercitare le funzioni di mero conservatore delle fonti documentarie anzi, precorrendo i tempi, fu fautore della figura professionale dell'archivista inteso sia come amministratore pubblico che lavora a stretto contatto con gli altri organismi presenti nel territorio, sia come ricercatore storico e operatore culturale nel significato più pieno della parola. La sua grande personalità e la sua instancabile e molteplice attività emersero subito in Archivio giacché non si accontentò mai di rivestire un ruolo per così dire “subordinato” e gregario rispetto a quella dell'attivissimo e stimato direttore Lippi [8]e degli altri archivisti suoi pari grado, con i quali entrò talvolta in conflitto.[9]
Nel 1921 iniziò la sua carriera di docente, prima presso l' Istituto Tecnico “Pietro Martini” di Cagliari, poi come professore incaricato di Paleografia e Diplomatica, di Storia Medievale e Storia Moderna presso la Facoltà di Lettere della locale Università e di Lingua spagnola presso la Facoltà di Scienze Politiche dello stesso Ateneo; insegnamenti che manterrà a più riprese fin oltre il pensionamento.
La sua carriera archivistica procedeva intanto rapidamente: tappe fondamentali furono la promozione a primo archivista nel 1925, a capo archivista “per merito assoluto” nel 1932, a cui seguì, due anni dopo, nel 1934, la nomina a reggente dell'Archivio di Stato per il collocamento a riposo di Silvio Lippi, e infine, il 16 gennaio 1936, quella a direttore effettivo. Incarico che ricoprì ininterrottamente per oltre un ventennio. La sua brillante professione nell'Amministrazione degli Archivi di Stato si concluse infatti, pur con qualche rammarico, il 1° febbraio 1954. Ad essa seguì la nomina ad Ispettore Generale Archivistico Onorario.
Nonostante il pensionamento, e per i successivi due anni, continuò a dirigere l'Archivio a titolo gratuito e nel frattempo a vagheggiare l'idea di rimanere all'interno del mondo archivistico con altri incarichi. Tuttavia le sue forti aspirazioni e le credenziali conquistate in oltre quaranta anni di servizio, non gli permisero nel 1955 di farsi eleggere al Consiglio Superiore degli Archivi, nomina che avrebbe costituito il giusto riconoscimento professionale al suo impegno di archivista e di storico.
Nel lungo periodo trascorso nell'Istituto cagliaritano diede un prezioso contributo al riordino e all'inventariazione della documentazione conservata. Molti strumenti di consultazione che ancora oggi si utilizzano per la ricerca si devono alla sua instancabile operosità. Si ricordano tra gli altri il Dizionario archivistico per la Sardegna, una sorta di dizionario enciclopedico di carattere storico istituzionale compilato sulla base dei documenti conservati in Archivio[10] ; l'Inventario della Regia Segreteria di Stato e di Guerra del regno di Sardegna (1720-1848), ancora oggi unico e valido strumento di ricerca per le fonti riguardanti la dominazione sabauda nell'isola[11] ; i regesti dei volumi K2 e K5 dell'Antico Archivio Regio relativi alla Luogotenenza generale della Sardegna aragonese (sec. XIV). Si adoperò inoltre nell'organizzazione e nel riordinamento degli archivi esistenti nel territorio isolano: curò in particolar modo, nel difficile triennio 1940-43, gli scarti delle amministrazioni governative e comunali dell'isola; si impegnò per realizzare il trasferimento dell'Archivio di Stato dalla vecchia sede, l'ex-chiesa di S.Teresa, non idonea a garantire una adeguata conservazione dei documenti, ai nuovi locali edificati nel 1927 e ubicati a Cagliari nella via Gallura, angolo via Sonnino, dove è attualmente situato l'Archivio di Stato cagliaritano.[12]
Di notevole spessore anche la sua produzione scientifica dove emergono in particolare gli studi di storia istituzionale affrontati attraverso lo spoglio attento e accurato delle fonti documentarie. Oltre al già citato Dizionario archivistico, sono fondamentali, ad esempio, le ricerche sulle Condizioni economiche e giuridiche degli abitanti di Cagliari, sul Cavalierato e nobiltà, sui Funzionari regi in epoca sabauda e sui Giuristi sardi, sui Complessi normativi di epoca aragonese, spagnola e sabauda, sui Gremi e così via… [13]. Da archivista e profondo conoscitore delle fonti scrittorie, cui univa una spiccata intuizione storiografica che gli permetteva di spaziare con agilità dal Medioevo al Risorgimento, egli ricostruiva minuziosamente il dato storico istituzionale attraverso la produzione documentaria: lasciava parlare le carte contestualizzandone la provenienza.
Francesco Loddo Canepa fu anche un grande maestro; una parte importante della sua attività fu infatti dedicata all'insegnamento delle discipline storiche e archivistiche non solo all'interno della Scuola di Paleografia e Diplomatica annessa all'Archivio di Stato che egli stesso contribuì a rivitalizzare dopo un lungo periodo di stasi, ma anche, come è stato già detto, nell'Università di Cagliari.[14]
La sua grande passione didattica e l'impatto sul mondo studentesco emerge, ad esempio, dal gran numero di lettere che gli allievi gli scrivevano per approfondire questioni dottrinarie e per consigli sui programmi d'esame e sulle tesi. Tale rapporto non si interrompe nemmeno durante gli anni cruciali del secondo conflitto mondiale; Loddo Canepa, infatti, proseguì il suo lavoro di docente universitario e di direttore dell'Archivio di Stato anche dopo lo scoppio della guerra. Sfollata la famiglia a Dolianova, iniziò a fare la spola con Cagliari per la prosecuzione sia dell'ordinaria attività accademica, soprattutto per le sessioni d'esame, sia della attività amministrativa dell'Istituto. Nel 1943, allo scopo di prevenire azioni di sabotaggio e per salvaguardare le carte d'archivio, essendo la città minacciata dalle bombe inglesi e americane, decise di trasferire a Mandas (località a circa 56 km da Cagliari) i documenti più rilevanti storicamente, tra cui il fondo più antico risalente al periodo della dominazione catalano-aragonese, l'Antico Archivio Regio (1323-1822). Decisione che prese al momento giusto; poco dopo, infatti, i bombardamenti caduti sulla città di Cagliari distrussero un'ala dell'edificio archivistico e parte del patrimonio documentario.[15]
Il dopoguerra lo vide impegnato in prima fila per il recupero del materiale rimasto sotto le macerie, per la ricostruzione dell'edificio e per il ripristino della normalità nella vita dell'Archivio. Tutto riprese con l'impegno di prima e anche di più; l'epistolario evidenzia chiaramente il fitto rapporto con studiosi italiani e stranieri, alunni, colleghi dell'Università non solo per gli esami e per la discussione ed elaborazione di tesi di laurea, ma sempre più spesso per pubblicazioni, collaborazioni a riviste, consulenze presso enti ed istituti di cultura italiani e stranieri e partecipazione a Congressi. Di particolare rilevanza il ruolo da lui ricoperto nella Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, dapprima, a partire dal 1933, come segretario e poi dal 1956, ormai libero dalla direzione dell'Archivio, come presidente [16]. In tale ambito programmò di concerto con l'Università e la Regione sarda varie missioni di ricerca presso archivi italiani e spagnoli con i professori Bacchisio Motzo, Antonio Era, Alberto Boscolo e Antonio Marongiu per la pubblicazione degli atti dei Parlamenti sardi ed in generale per censire documentazione relativa alla Sardegna.[17]
Ricercatore e studioso di grande spessore nutriva un'altra grande passione: la musica. Nella sua giornata piena di impegni e incontri di carattere storico e archivistico, riusciva sempre a trovare lo spazio per suonare il violino e il pianoforte e anche per scrivere alcuni brani di cui l'archivio conserva gli spartiti manoscritti, assieme a numerosi libretti d'opera. Era inoltre un bibliofilo; possedeva infatti una biblioteca ricca di oltre settemila volumi, tra monografie, collane e riviste italiane ed estere di varia natura e argomento: si andava dalla storia generale a quella locale, dalla Storia delle istituzioni alle opere di archivistica, paleografia e diplomatica, oltre a quelle di carattere letterario, alle enciclopedie, ecc.[18]
Era anche un collezionista di monete antiche, sebbene di esse siano rimasti solo pochi esemplari. Francesco Loddo Canepa era un uomo perfettamente integrato nel contesto sociale e politico del suo tempo: seguiva le vicende politiche e culturali italiane ed estere attraverso la lettura di un gran numero di quotidiani; egli stesso scriveva riflessioni personali sulle questioni che a vario titolo destavano il suo interesse. I “Pensieri a tempo perso” così li aveva definiti, fanno parte del suo archivio personale e delineano inequivocabilmente le sue posizioni e il suo stile di vita.
La sua attività di studioso proseguì, come si è accennato prima, anche dopo il pensionamento con il mantenimento di incarichi culturali vecchi e l'attivazione di nuovi; continuò a raccogliere materiale per la realizzazione di un Dizionario biografico dei personaggi illustri della Sardegna (a tutt'oggi inedito) e di un Dizionario bibliografico (incompleto), intrattenendo sempre piacevoli rapporti con chi, soprattutto studiosi, gli si rivolgeva per consigli e suggerimenti.
Nel 1961, a coronamento di una vita spesa per lo studio, gli fu conferita la medaglia d'oro della Pubblica Istruzione. La morte lo colse improvvisamente all'età di 79 anni, il 9 marzo 1966, mentre attendeva a nuove ricerche, mosso da quella passione per la conoscenza e l'onestà intellettuale che in lui fu vero modus vivendi.

2. L'archivio

L'archivio[19]
Il 7 ottobre 1968 la vedova di Francesco Loddo Canepa, Maria Luisa Scano, nel testamento olografo pubblicato dopo la sua morte, avvenuta l'8 agosto 1994, disponeva di voler donare la biblioteca personale del marito all'Archivio di Stato di Cagliari con queste parole: «Questo è il mio desiderio, e credo lo fosse del mio amato marito…, desidero far dono, alla mia morte, all'Archivio di Stato di Cagliari…, di cui in questo momento è direttrice la signora Gabriella Olla Repetto, la biblioteca tutt'intera di mio marito [che] si compone di due studi nell'abitazione al piano terreno…, nonché scaffali negli anditi, e un guardaroba a vetri nell'anticucina, e due camere nello scantinato».[20]
Il direttore dell'Archivio di Stato, la dott.ssa Marinella Ferrai Cocco Ortu, ritenendo il legato di grande rilevanza per l'ufficio cagliaritano, accettò la donazione e nel maggio 1995, dopo un veloce censimento e catalogazione del materiale librario, ne curò il trasferimento in Archivio. Gli eredi accettarono di buon grado la decisione manifestata dalla vedova Loddo Canepa e, nella convinzione che si trattava della scelta giusta per rendere omaggio allo studioso e valorizzare un patrimonio culturale tanto importante, decisero di donare assieme ai libri anche le carte e i documenti a lui appartenuti.
L'archivio di Francesco Loddo Canepa, di dimensioni abbastanza contenute, complessivamente circa 15 ml, riposto in 6 scatole di cartone, non si trovava in un'unica stanza: parte era conservato nello studio, parte nei cassetti, parte frammisto alla biblioteca e parte infine nella cantina. Al momento dell'acquisizione si trovava in buono stato di conservazione generale, ad eccezione di alcune carte che presentavano tracce di muffa violacee, segno evidente di umidità. Il materiale, apparentemente ordinato, si presentava diviso in fasci, pacchi e buste, senza alcuna particolare indicazione che in qualche modo potesse rivelare il contenuto o la tipologia degli atti. Unico indizio era la presenza di un probabile ordine cronologico nella corrispondenza. La maggior parte delle lettere, infatti, si trovava rinchiusa in buste a sacchetto, su cui erano stati riportati gli anni. Non sempre però l'ordine rifletteva le date delle lettere; in alcuni casi è risultato esser l'anno in cui la signora Luisa Scano aveva messo mano all'archivio. La vedova Loddo Canepa, infatti, aveva l'abitudine di scrivere vicino all'anno la formula “visto Gigia”. Individuata ed estrapolata così la corrispondenza, che al suo interno oltre che rispettare l'ordine cronologico seguiva un ordine per mittente e destinatario, si è proceduto con la schedatura informatizzata del restante materiale che complessivamente si presentava articolato in partizioni omogenee.[21]
Ad ogni unità archivistica, presa come unità minima di descrizione, è stato assegnato un numero provvisorio. Di ogni unità, così numerata progressivamente, sono stati rilevati i seguenti dati:
- estremi cronologici (data iniziale e finale);
- provenienza (dove indicare il soggetto produttore nel caso si trattasse di entità differente da Francesco Loddo Canepa, p.e. la moglie Luisa Scano, la Deputazione di Storia Patria);
- attività (dove indicare a quale attività si riferisce l'unità archivistica, ad es. docente, archivista, ecc.);
- titolo originario (indicazione originale dell'unità, se espressa);
- contenuto (sintesi dell'unità archivistica);
- tipologia/natura dell'unità (fascicolo, corrispondenza, manoscritto, pubblicazione, ecc.). Nel caso della corrispondenza si è tenuto conto anche del mittente, del destinatario e della consistenza. Ultimata la schedatura dei documenti, è stata ricostituita la struttura dell'archivio in tre grandi serie :
1. le carte personali e familiari
2. la corrispondenza
3. il materiale da lavoro.
La schedatura analitica del materiale ha fatto emergere alcune unità archivistiche riconducibili alla vedova di Loddo Canepa, tra cui un piccolo epistolario: si tratta soprattutto di corrispondenza con varie personalità che le scrissero in occasione della morte del marito. Tale documentazione, a causa della sua esiguità, è stata ricondotta al fondo Loddo Canepa come sottoserie delle carte personali e familiari denominata “carte post mortem.
La prima serie 1. Carte personali e familiari contiene complessivamente 118 unità degli anni 1887-1981, suddivise in:
1.1 Documentazione privata (1887-1972) con carte attinenti alla sfera propriamente personale e familiare (certificati di nascita, lettere al padre e alla moglie, fotografie, contabilità sui beni immobili, ecc. ecc.);
1.2 Formazione scolastica (1893-1924) con documenti relativi al curriculum studiorum dalle elementari all'Università;
1.3 Carriera militare (1907-1959) che comprende i certificati di licenza e di congedo, le nomine, gli incarichi ricevuti e lo stato di servizio;
1.4 Carriera archivistica (1910-1960) che contiene l'insieme dei documenti attinenti alla attività svolta alle dipendenze dell'Amministrazione archivistica dal suo ingresso sino all'attività di quiescenza e all'insegnamento tenuto nella Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica annessa all'Archivio;
1.5 Docenze (1921-1958) con documenti attestanti gli insegnamenti tenuti negli Istituti di istruzione secondaria e i Corsi universitari di Storia, Paleografia e Lingua inglese;
1.6 Carteggio studenti (1938-1961) si tratta nella quasi totalità di lettere inviate dagli allievi al Loddo Canepa in merito agli esami da sostenere e alle tesi di laurea;
1.7 Rapporti con Enti e Istituti di cultura (1928-1965) che comprende, suddivise per entità poste in ordine alfabetico, la documentazione prodotta in seguito alle relazioni che Loddo Canepa aveva stretto con esse in seguito ad associazione , iscrizione, inviti ecc. Fa eccezione la Deputazione di Storia Patria per la Sardegna (prima nell'elenco) che in realtà contiene una parte dell'Archivio della stessa Deputazione di cui Loddo Canepa fu prima segretario e poi presidente. è probabile che egli svolgesse parte del lavoro amministrativo nella sua abitazione dove la documentazione è stata conservata; essa comprende infatti documenti di natura amministrativa e contabile degli anni 1955-58, relazioni sui programmi di ricerca;
1.8 Commende e onorificenze (1934-1955) che contiene la documentazione relativa all' assegnazione dell'onorificenza prima di Ufficiale della Corona d'Italia e poi di Commendatore della Corona e della Repubblica;
1.9 Carte post mortem (1966-1981), si tratta in realtà di materiale appartenente alla vedova Luisa Scano, esso contiene opuscoli, lettere e condoglianze inviate alla donna per la morte del marito, ricevute di pagamento per gli affitti e appunti relativi alla sua attività come dama di carità.
La seconda serie 2. Corrispondenza che va dal 1927 al 1967 è costituita in massima parte dalle lettere, biglietti e cartoline ricevute da Francesco Loddo Canepa in merito all'attività scientifica da lui esercitata. Essa è stata suddivisa al suo interno in tre sottoserie:
2.1 Corrispondenti (lettere A/Z), sottoserie suddivisa per singolo corrispondente, disposti in ordine alfabetico, ognuno dei quali costituisce una unità archivistica (complessivamente nn. 289). Di ogni corrispondente vengono indicate le date estreme delle carte, la consistenza e la tipologia del carteggio, se lettera manoscritta, biglietto o cartolina postale. Di ogni unità documentaria viene poi indicata nel dettaglio, la data topica e cronica;
2.2 Corrispondenti non identificati che comprende tutto il carteggio, descritto analiticamente, di non è stato possibile identificare il destinatario o il mittente;
2.3 Inviti a Conferenze, Congressi e Eventi culturali che comprende un fascicolo cospicuo di inviti (complessivamente 118) a manifestazioni culturali da parte di vari soggetti e che il Loddo Canepa custodiva a parte con meticolosa attenzione.
La terza serie denominata 3. Materiale da lavoro, Manoscritti, appunti e materiale fotografico che va dal 1914 al 1964, si suddivide al suo interno nelle seguenti sottoserie:
3.1 Lavori editi (1925-1963) consistente nelle bozze, nelle minute manoscritte e nel testo dattiloscritto, spesso in molteplici copie, delle ricerche e studi che poi sono scaturite in pubblicazioni a stampa;
3.2 Lavori inediti, appunti e ricerche (1914-1964) consistente in un numero consistente di studi storici e ricerche archivistiche che Loddo Canepa aveva in corso. Di grande rilievo il progetto relativo alla redazione di un Dizionario biografico che contiene appunti, articoli, recensioni su illustri personaggi della storia sarda remota e contemporanea e il Dizionario bibliografico che nelle sue intenzioni doveva costituire un repertorio delle pubblicazioni riguardanti la Sardegna di argomento vario ed in particolare di letteratura, storia politica e istituzionale;
3.3 Corsi universitari (1925-1957) che comprende le dispense elaborate per i corsi universitari di Storia e di Paleografia e Archivistica;
3.4 Lavori di altri studiosi (1922-1959) che comprende in massima parte pubblicazioni di carattere prevalentemente storico a lui inviate in dono e per parere scientifico;
3.5 Carte extravagantes (1902 – 1958) che comprende materiali eterogenei per tipologia e natura, non riconducibili ad alcuna delle precedenti sottoserie.
Carla Ferrante

[1]
Cfr. la nota biografica tracciata da G. OLLA REPETTO, Ricordo di Francesco Loddo Canepa, in «Rassegna degli Archivi di Stato», XXV (1966), nn.1-2, pp. 181-190; C. FERRANTE, Due nuove acquisizioni per l'Archivio di Stato di Cagliari: le donazioni Francesco Loddo Canepa e Ovidio Addis, in «Bollettino bibliografico e rassegna di studi storici della Sardegna», XIII (1996), n 21, pp.
[2]
Volendo approfondire le sue conoscenze classiche si iscrisse nel 1920 anche alla Facoltà di Lettere dell'Università di Roma, dove fu ammesso al 3° anno di corso. Non risulta che si sia mai laureato. (Cfr. Archivio di Stato di Cagliari (d'ora in poi ASCA), Archivio Francesco Loddo Canepa, Carte personali e familiari, Formazione scolastica, n. 35)
[3]
L'archivio Francesco Loddo Canepa conserva le copie dei temi da lui elaborati per il concorso (Cfr. Ibidem, Carriera archivistica, n.52)
[4]
Chi si occupa di Storia della Sardegna Moderna, per i secoli XVIII-XIX, ossia dalla fine della dominazione spagnola che segna l'inizio di quella sabauda, sino all'Unità d'Italia, non può non fare riferimento anche alle documentazione posseduta dall'Archivio di Stato Torino, città in cui risiedeva il re con la corte e il Ministero per gli Affari di Sardegna che curava tutte le relazioni con il governo viceregio e dove si prendevano le decisioni in merito alle questioni di natura politica ed economico-sociali che riguardavano l'isola.
[5]
Queste motivazioni furono rilevanti per il conferimento al Loddo Canepa della Croce di Guerra cui seguì la nomina a Cavaliere della Corona d'Italia; vari sono i promemoria e gli appunti manoscritti e dattiloscritti sul periodo trascorso come militare durante la Guerra e alle dipendenze del Comando del Genio (cfr. ASCA, Archivio Francesco Loddo Canepa, Carte personali e familiari, Carriera militare)
[6]
Sulle vicende dell'Istituto cagliaritano cfr. F. LODDO CANEPA, Il R. Archivio di Stato di Cagliari dalle sue origini ad oggi, estratto da «Archivio Storico Sardo», vol. XX, Cagliari 1942.
[7]
Cfr. il ricordo di F. LODDO CANEPA nel Necrologio di D. Scano in «Studi Sardi», IX (1951), pp.591-593 e la nota biografica.
[8]
L'ottimo rapporto e l'alta considerazione che Lippi aveva di Loddo Canepa e viceversa emerge in F. LODDO CANEPA, Silvio Lippi e l'opera sua, in «Archivio Storico Sardo», XXII (1940), pp. 280-294.
[9]
E' nota la rivalità scientifica con Raffaele Di Tucci che, forse a causa di ciò, lasciò Cagliari; sullo studioso cfr. il Necrologio curato da F. LODDO CANEPA in «Studi Sardi», IX (1951), pp.594-596 e il breve profilo biografico di C. FERRANTE, Uno studioso attivo in città per vari decenni: Raffaele di Tucci, in «Almanacco di Cagliari» 2007.
[10]
Tale monumentale opera non fu portata a termine e si concluse alla lettera C (Dizionario archivistico per la Sardegna, I, Cagliari 1926; II in «Archivio Storico Sardo», XXI(1939), fascc. 3-4, pp. 153-261.
[11]
L'Inventario… cit., Roma 1934 (Società nazionale per la Storia del Risorgimento italiano, Biblioteca scientifica, Fonti, III).
[12]
Sulla storia dell'Archivio di Stato di Cagliari e sulla sede in particolare cfr. MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI. DIREZIONE GENERALE PER GLI ARCHIVI, Archivio di Stato di Cagliari, testi a cura di Giuseppina Catani, Viterbo 2001.
[13]
Stato economico e demografico di Cagliari allo spirare del dominio aragonese in rapporto all'attività commerciale mediterranea, in «Studi sardi», XIV(1955-57), pp. 162-179; Cavalierato e nobiltà in Sardegna, in «Archivio Storico sardo», XVIII(1930), fasc. 1, pp. 40-79; Origen del cavalierato y de la nobleza del Reyno de Cerdeña, in «Archivio Storico sardo», XXIV (1954), pp. 269-423; Figure di funzionari del regno sardo durante il governo sabaudo, Cagliari 1937; I giuristi sardi del secolo XIX, Cagliari 1938; Due complessi normativi regi inediti sul governo della Sardegna, in «Annali della Facoltà di Lettere dell'Università di Cagliari», XXI (1953), pp. 259-363; Alcune istruzioni inedite del 1481 nel quadro della politica di Ferdinando II in Sardegna, in «Archivio Storico sardo», XXIX (1954), pp.437-466; Statuti inediti di alcuni gremi sardi, «Archivio Storico sardo», XXVII(1961), pp. 177-376.
[14]
Cfr. G. OLLA REPETTO, Ricordo di…, cit., p. 185; sulla Scuola EADEM, La Scuola cagliaritana, in «Archivi per la Storia», II/2 (1989), pp. 91-110.
[15]
Cfr. I danni di guerra subiti dagli archivi italiani, in «Notizie degli Archivi di Stato», IV-VII (1944-47), pp.5-7
[16]
Sull'attività della Deputazione cfr. G. TODDE, La ricerca storica in Sardegna, in «Archivio Storico Sardo», XXXIII (1982), pp.19-31.
[17]
Cfr., F. LODDO CANEPA, La Deputazione di Storia Patria e la raccolta degli atti parlamentari sardi, in Liber memorialis Antonio Era, XII (1961), pp. 195-207.
[18]
Per la biblioteca cfr. C. Ferrante, Due nuove acquisizioni cit.
[19]
Il riordinamento e l'inventariazione dell'Archivio privato Francesco Loddo Canepa sono stati diretti e coordinati da Carla Ferrante, la schedatura ed il condizionamento finale del fondo sono stati realizzati interamente da Rita Putzolu.
[20]
C. FERRANTE, La biblioteca dell'Archivio di Stato di Cagliari tra passato e presente, in «Le biblioteche d'Archivio». Atti della giornata di studi (Roma, 24 febbraio 1999), a cura di Serena Dainotto, Ministero per i Beni e le Attività culturali. Direzione generale per gli Archivi, Roma 2001 (Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato. 95); Ead., Due nuove acquisizioni…, cit., p. 10.
[21]
Si è utilizzato per la schedatura il software Access della Microsoft.